 | logenickj |
| | CITAZIONE questa è una OS che continua in qualche modo When You're Gone, e l'ho scritta per Fede, la mia fan sfegatata. Spero che ti piaccia, bella <3 E spero che non sia l'unica.
«E' proprio bello, amore» disse, sfiorando la testa al nostro bambino.
Erano passati tre anni dal nostro matrimonio. Era stato meraviglioso, esattamente come lo sognavo. La cerimonia su un pontile, il ricevimento in una piccola casetta accogliente e spaziosa, con tutti gli amici, colleghi, conoscenti che potevano starci. C'erano anche mia madre e mio fratello. Erano felici, eravamo tutti felici.
Il mio sogno si era realizzato quel 17 luglio, quando l'amore della mia vita mi aveva infilato la fede al dito giurandomi fedeltà, amore, supporto fino alla morte. Promessa che avevo ricambiato con le lacrime agli occhi.
E mi sembrava così strano, così surreale, ora, sfiorare i capelli di mio figlio, di nostro figlio. Ripensavo spesso a quel periodo, lungo 955 giorni, in cui ero stata lontana da Nicholas, dal suo sorriso, dalla sua vita. Ripensavo alla stanza con la canzone, ancora intatta e nella quale ancora dormivamo. Ogni tanto la sognavo bianca e spoglia come l'avevo ritrovata al mio arrivo. Ogni tanto invece sognavo la scritta che ancora si intravedeva sulla strada davanti a casa. Erano i sogni migliori e mi svegliavo sempre con il sorriso.
«E' uguale al suo papà» sussurrai. Andrew aprì gli occhi. Aveva gli occhi nocciola, i capelli rossicci ed era pieno di boccoli. Il viso era pieno di nei. Sembrava suo padre per davvero. I lineamenti, il sorriso, gli occhi.
«Ma è buono come la mamma, vero Andy?» disse, alzandolo al cielo. Il bambino cominciò a ridere. Mi si riempì il cuore e mi strinsi forte a Nicholas che mi circondò con il braccio libero.
«Andrew Joseph Jonas, sei proprio un bimbo fortunato, sai?» gli dissi, sorridendo. Lui spalancò la bocca in un sorriso con due denti e fece una risata dolce e rumorosa, seguita da qualche verso strano che poteva solo significare che lo sapeva. Come poteva non saperlo? Suo padre vendeva dischi come pane, sua madre sfilava su qualche passerella ogni tanto, ma sopratutto era amato sia da me che da Nicholas con tutto il cuore e più di qualsiasi altra cosa al mondo.
«Demi, ti amo lo sai? Ti amo quanto amo questo bel bimbo» disse Nick, guardando Andrew.
«Ti amo anche io Nicholas. Da troppo tempo per i miei gusti» sfiorai il nasino di mio figlio con l'indice, «Che ne dici amore, lo vendiamo il papà? Ne troviamo uno più bello?» dissi scherzando. In risposta alle mie domande, Andrew si imbronciò e strinse le minuscole braccia intorno al collo di Nicholas.
«Mi ama» disse lui, altezzoso, alzando il viso e baciando il suo bimbo sulla guancia morbida.
«Io ti amo di più, lo sai» dissi, e baciai prima mio marito sulle labbra e poi mio figlio sulla fronte. «Avevo paura di sparire, e poi ho conosciuto te. Sei la cosa più bella che mi sia mai successa. Tu e lui» indicai Andrew.
E in quel momento, quando Nicholas mi abbracciò e sentii i miei due uomini più vicini che mai, giurai di non volere nient'altro che questo. La mia famiglia. | | | |
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